Pau Gasol: Jasikevicius è un grande allenatore ma anche lui deve fare autocritica

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Pau Gasol ha rilasciato alcune dichiarazioni al Mundo Deportivo all’apertura della diciottesima stagione della sua “Academy”.

Pau Gasol, ambasciatore nel mondo del “barcelonismo”, impegnatissimo in mille attività tra le quali spicca il grande interesse per i piccoli, «il futuro del nostro mondo» come ama ripetere, ha parlato della situazione blaugrana con il Mundo Deportivo.

Mentre in Catalunya impazza la polemica ed il mondo si sta sostanzialmente spaccando in due sul nome e le responsabilità di Sarunas Jasikevicius, Gasol, suo compagno insieme all’attuale GM Juan Carlos Navarro nell’ultima stagione prima di spiccare il volo verso la NBA, ha analizzato a fondo la situazione con l’abituale equilibrio, accompagnato però da estrema chiarezza.

«Nello sport si vince e si perde, ma chiaramente da un Barça primo in stagione regolare sia in Liga che in Eurolega, con la squadra che ha, ti aspetti almeno uno dei due titoli».

«E’ necessario studiare bene le ragioni di tutto ciò e farne il punto di ripartenza per migliorare le possibilità l’anno prossimo».

«Bisogna fare i complimenti al Real, che ha lottato di più ed è stato migliore, ma serve anche analizzare a fondo tutto con la giusta autocritica per partire con sensazioni migliori».

«Saras è un competitore nato, un grande allenatore però credo che anche lui debba fare autocritica per capire come essere un leader migliore e come poter tirar fuori il massimo dai suoi giocatori».

«Mi auguro che resti tanti anni la Barça, che diventi uno degli allenatori più vincenti e lo dico da amico, da tifoso e da ambasciatore del club».

«Questi momenti servono per crescere e per comprendere come si sarebbe potuto far meglio, per capire che tipo di cambiamenti devo fare in modo che i miei giocatori diano il massimo del rendimento».

«E’ chiarissimo come il Real abbia chiuso la stagione con maggior forza, spirito e coesione di squadra. Dopo la Final 4 il Barça è parso colpito da cose che devono essere successe ma che non conosco non essendo all’interno. Non è questione di indicare qualcosa, ma di fare un’analisi e di cercare la soluzione ai problemi».

«E’ questione di coesione di squadra e di creare un ambiente che faccia sì che si dia il massimo nei momenti chiave».

«Non credo sia stata una questione di mancanza di motivazione. Ritengo che tutti volessero vincere, li conosco, però qualcosa successo durante la stagione ha presentato il conto».

Jasikevicius

Un accenno, infine, anche alla nazionale spagnola, alle prese con un cambio generazionale importantissimo, con l’uscita ormai completa di tutti i campionissimi che hanno fatto la storia.

«Ai giocatori di oggi dico solo di tener le stessa linea che abbiamo tracciato noi: dedizione, lavoro, unità, famiglia, umiltà rispetto e voglia di competere».

«La base di quei valori è la più importante e credo che Sergio Scariolo come allenatore darà la continuità necessaria e spero possa darci grandi soddisfazioni».

Dopo le parole di Mirotic arrivano quelle di Gasol. Impossibile non rilevare come qualcosa di non particolarmente gradito sia successo in stagione e che sia parte determinante del rendimento insufficiente della squadra nel momento decisivo.

Quando durante le Final 4 abbiamo sentito il Coach lituano parlare di «falta de professionalidad», ovvero mancanza di professionalità, presenti, e non solo noi, siamo rimasti estremamente stupiti e i siamo chiesti come il gruppo di giocatori, tra i quali più di uno molto esperto, avrebbe accettato tali parole. Forse il conto che è arrivato di cui parla Gasol riguarda in generale questa situazione.

Ora la palla passa a Jasikevicius, che allenatore di alto livello lo è di certo: a volte un piccolo passo indietro può trasformarsi in un grandissimo passo avanti. Quello che tutto l’ambiente blaugrana richiede, si augura e necessita.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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