Italbasket, Gianmarco Pozzecco: Per me si tratta di una grande responsabilità

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Gianmarco Pozzecco, nuovo CT azzurro si presenta così alla stampa. L’emozione è evidente negli occhi del Poz che da giocatore ha vinto una medaglia alle Olimpiadi di Atene del 2004.

Gianmarco Pozzecco

Le dichiarazioni di Gianmarco Pozzecco

«Una grande responsabilità. Ringrazio il presidente Petrucci per avermi dato questa opportunità. Io e lui ci conosciamo da un po’, abbiamo un denominatore comune, un qualcosa che viviamo nello stesso modo, la grande considerazione per la maglia azzurra. Pochi sportivi hanno sofferto come il sottoscritto per la maglia azzurra. Sono stato escluso due volte da due competizioni a cui pensavo di dover partecipare, nel 1999 e nel 2003. Allora dissi che tifavo contro la Nazionale ma in realtà tifavo contro la sofferenza che mi lega ancora di più alla medaglia che abbiamo vinto ad Atene 2004. Non me ne vogliano i miei compagni di squadra, ma nessuno ha goduto come ho goduto io. Arrivavo da un vissuto estremamente rocambolesco. So che allenare la Nazionale sarà qualcosa di completamente diverso. Giocare con la Nazionale è entusiasmante, allenarla sarà altrettanto ma la responsabilità che avrò sarà enorme. Aggiungo che il mio ruolo sarò full time, perché penso ci sia la necessità per questo ruolo di avere non solo l’obiettivo di far vincere la Nazionale, ma anche di far crescere il movimento».

«Il mio ruolo sarà full time, perché penso ci sia la necessità, da parte di chi ricopre questo ruolo, di avere non solo l’obiettivo di far vincere la Nazionale ma anche di far crescere il movimento». Gianmarco Pozzecco sul suo ruolo

«Il bagaglio di esperienza non ci sta più in macchina. Sono estremamente felice. All’inizio ero quasi infastidito dei dubbi, ma poi ho pensato fosse lecito pensarlo. Ora è passata una stagione ed il rapporto con Ettore è stato meraviglioso, Non vorrei definirlo padre e figlio, lui non è troppo vecchio, ma come fratellino sì. Dire quanto ho imparato da Messina credo sia banale e superfluo, sono stato a contatto per un anno con il migliore del mondo. Mi ha insegnato tanto, non so quanto io sia riuscito ad apprendere, ma è stata un’annata fantastica. E mi auguro che la stagione si concluda nel migliore dei modi». Così sul rapporto con Ettore Messina

«Un altro piccolo pensiero va all’Olimpia Milano, di avermi dato la possibilità di essere oggi qui presente, ed Ettore Messina, a cui sono estremamente legato. Ed a tutto lo staff ed ai giocatori, con cui ho condiviso queste ultime ore difficili e molto belle. La responsabilità che oggi percepisco è enorme. So che allenare una Nazionale sarà completamente diverso a quello che ho fatto sinora». Sull’Olimpia Milano

«Non può non essere considerato uno dei grandi personaggi della nostra storia della pallacanestro per tutto quello che ha fatto e ci ha regalato». Così su Meo Sacchetti

«Allenare oggi la Nazionale è più complicato rispetto al passato: serve gestire la situazione a fronte dei vari eventi, c’è chi a volte potrà venire e altre no. Quindi è indispensabile creare una “famiglia”, qualcosa che sia prima di tutto solido sul piano umano».

«Avevo in mente di nominare Nicolò Melli capitano, l’aveva già fatto l’anno scorso. Ma lui, in modo umile, mi ha detto che deve farlo Gigi Datome. Questo passo indietro, a favore di un compagno del quale si riconosce il valore, è davvero bello. Vi sto dicendo allora che Gigi torna in azzurro? Se darà la disponibilità, sarà con noi e sarà capitano». Sulla scelte del capitano

«Non sono un tipo diplomatico: come dice Julio Velasco, la leadership deve essere autentica. Non sono un tipo diplomatico, non avrò filtri: quello che dovrò dire ai giocatori, lo dirò».

«Non esiste un piano B rispetto alla voglia di vivere una grande emozione. Da giocatore avevo solo una soluzione: diventare incredibile. E ce l’ho fatta. Quando sono incredibile divento verde, come Hulk. Ho imparato a gestire questi momenti, ma non potrete chiedermi di non tornare più verde e Hulk».

«L’Europeo? In Italia siamo convinti che essere outsider è un vantaggio. Io non la penso così e sono d’accordo con gli americani: nessuno sport diverte, se perdi». Conclude così Gianmarco Pozzecco

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