Fuori dai playoff, il meglio “delle altre”

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Usciamo dal quadro dei playoff: che cosa troviamo, di buono, nelle squadre che hanno mancato l’accesso alla post-season classificandosi tra la nona e la quindicesima posizione?

I nomi delle otto partecipanti ai playoff sono già noti da tempo. Non l’ordine finale, ancora da stabilire con l’ultima partita del Maccabi Tel Aviv. Ma l’idea di quello che ci possiamo attendere dalla post-season in partenza il 19 aprile è chiara.

Ma se continuiamo a scorrere la graduatoria, saltando lo scalino dei playoff, che cosa troviamo? Che cosa ci hanno lasciato, di buono, le squadre che non sono riuscite a piazzarsi nella Top 8? Con una breve analisi team per team, proviamo a scoprire insieme “the best of the rest”. Perché, nonostante l’obiettivo post-season mancato, non tutto è da buttare.

Stella Rossa mts Belgrado

In lotta fino all’ultimo per un posto ai playoff, la Stella Rossa ha finalmente ritrovato la sua vera anima serba dopo il disastro della scorsa stagione. Dura, rognosa, coriacea, la squadra ha vestito le sue caratteristiche tradizionali. E vincere a Belgrado, di fronte al pubblico, è tornata materia complessa (10-6 il record casalingo).

Nate Wolters (10.9 punti, 3.6 assist) è un giocatore rinato. Nikola Kalinic (12.6 punti, 3.9 rimbalzi, 3.4 assist) ha dimostrato di poter essere leader anche al massimo livello. Gli stranieri non hanno coperto un ruolo predominante: la scuola slava è tornata a funzionare, a produrre talento e a portare i suoi interpreti a livelli di durezza mentale impareggiabili in Europa.

Bitci Baskonia Vitoria-Gasteiz

Ha sofferto una ricostruzione difficile e la perdita di leadership di coach Dusko Ivanovic. Ma, quando si stava per trasformare nella più grossa tragedia stagionale, ha ritrovato forza su una rotazione ridotta all’osso, con responsabilizzazione totale dei singoli. Proprio come una squadra in lotta per la salvezza in un campionato nazionale.

La nota più lieta? L’affermazione di Simone Fontecchio, alla sua miglior stagione di sempre in Eurolega (11.0 punti, 4.4 rimbalzi, 2.4 assist con il 41% da tre). A Vitoria è esploso definitivamente, proprio come Achille Polonara prima di lui. L’augurio è che possa proseguire seguendo la sua stessa parabola evolutiva. O, addirittura, superarla.

Alba Berlino

Quando ha potuto schierare il roster completo, nella parte conclusiva della stagione, è riuscita a inserirsi brevemente nella volata-playoff. Questo ci suggerisce due conclusioni. La prima: nonostante il record complessivo molto negativo delle ultime tre stagioni (33-57), la squadra ha un’anima solida e combattiva. La seconda: anche senza tanti nomi altisonanti, ma con un platoon-system premiante e disposto ad accettare scommesse, si può costruire una stagione competitiva. Magari non vincente, ma comunque onesta.

Il lavoro di coach Israel Gonzalez, pronto a dare spazio, fiducia e minuti a tutti, si scosta dal trattamento classico dei suoi colleghi. Ma l’innovazione, in un torneo molto chiuso su se stesso, è vitale.

Fenerbahçe Beko Istanbul

La squadra più deludente. Tanto compatta nel momento di massima difficoltà, senza le sue superstar infortunate contemporaneamente, quanto senza gioco e anima a ranghi completi. Si salva molto poco di una stagione franata in maniera dolorosa nel finale con abbandono di una possibile rimonta-playoff.

La scoperta di Sehmus Hazer (4.6 punti) dà una ventata di freschezza a un torneo che ha bisogno di nuovi volti e ricambio generazionale. E Achille Polonara (7.3 punti, 4.4 rimbalzi), pur tra alti e bassi e con un minutaggio inferiore a quello dello scorso anno, si conferma giocatore solido anche in una delle piazze più infuocate ed esigenti d’Europa. Il ciclo di questo Fener sembra essere finito. Ma coach Sasha Djordjevic si merita un’altra chanche con un roster differente.

Panathinaikos Opap Atene

Le vittorie conquistate a fine stagione dimostrano che, nonostante difficoltà epiche e un roster di basso livello e scarsa chimica, la squadra è comunque viva. Il mercato estivo ha portato a qualche scelta sbagliata nel parco-stranieri, ma gli europei di punta non hanno demeritato. Nemanja Nedovic (14.3 punti) è ormai uno degli scorer più implacabili del continente, ma non lo scopriamo certo oggi.

I guizzi più interessanti arrivano piuttosto dai giocatori locali. Da Ioannis Papapetrou (12.0 punti, 3.2 rimbalzi), forse ormai pronto per un’esperienza in una contender, alla consacrazione di Georgios Papagiannis, miglior rimbalzista d’Europa (8.2 a gara) e attaccante letale al ferro (10.3 punti con il 65.3% da due).

LDLC Asvel Villeurbanne

Per qualche settimana, è sembrato essere l’anno buono, quello di un volo verso i playoff. Ma, anche nel tracollo che l’ha poi spedito sul fondo della classifica, l’Asvel ci ha lasciato qualcosa di speciale. La squadra si è distinta, anche in passato, per essere aperta alle scommesse e fucina di talenti.

Quest’anno ha vinto la scommessa più grande e stuzzicante, quella di Elie Okobo, tra i migliori rookie del torneo e incontenibile nelle prime giornate (14.5 punti, 3.9 assist). E ci ha regalato altri giovani da tenere sotto osservazione. Da Matthew Strazel (3.4 punti, 1.9 assist) a Kostas Antetkounmpo (5.8 punti, 2.6 rimbalzi) fino al diamante più brillante, Victor Wembanyama (6.5 punti, 3.8 rimbalzi). Recuperato nella parte finale del torneo, ha mostrato quel mix pazzesco di talento, tecnica e atletismo che lo ha già reso possibile prima scelta del draft NBA 2023.

Eurodevotion-Backdoor

Zalgiris Kaunas

Dopo aver lottato per un anno abbondante con il fantasma del ricordo di coach Sarunas Jasikevicius, lo Zalgiris si è ritrovato nel finale di stagione, tornando a essere squadra dura ma anche tattica e intelligente, con un fattore-campo tra i più temibili d’Europa. Coach Jure Zdovc ha riacceso l’animo lituano di una squadra che si era smarrita per mesi e che ha ritrovato, proprio nei suoi local-boy, le risorse migliori.

L’addio a Paulius Jankunas, leggendario, sarà duro da assorbire. Ma, alle sue spalle, è emerso Marek Blazevic (5.7 punti, 2.6 rimbalzi) e sono esplosi Lukas Lekavicius (10.2 punti, 4.2 assist) e, finalmente, dopo una lunghissima attesa, Edgaras Ulanovas (8.1 punti, 4.3 rimbalzi), alla sua miglior stagione di sempre. Joffrey Lauvergne (8.3 punti) ha dimostrato che, se integro, è ancora un giocatore di livello. E attenzione a Josh Nebo (8.8 punti, 6.2 rimbalzi), pronto per il grande salto in una big.

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