Il terzo quarto è un marchio di fabbrica, l’Olimpia ribalta il Bayern nella ripresa

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Nel recupero del 30esimo turno di Euroleague che è anche rematch dello scontro playoff dello scorso anno vede vincitrice l’Olimpia, 11 mesi dopo la stoppata clutch di Hines

L’Armani Exchange conquista con questo successo la matematica per il fattore campo nei playoff, dopo aver avuto ragione di un Bayern alquanto provato dalle recenti sfortune, ma senza dubbio coriaceo e combattivo.

Dopo un inizio particolarmente scadente è stato infatti ancora una volta l’intervallo a trasformare i biancorossi che, così come ad Istanbul, sono rientrati in campo con tutta una diversa consapevolezza e incisività. Una volta conquistata la leadership, i ragazzi di Messina hanno mantenuto dritto il timone, nonostante i ripetuti tentativi di spallata avversari e hanno infine trionfato per 84-77.

La serata, conclusasi in un Forum festante, la raccontiamo nei consueti punti d’analisi di Eurodevotion.

La magia biancorossa del terzo quarto

La gara di Milano non inizia bene, i tedeschi che paiono più determinati e ficcanti sin dalle prime battute del match. Lucic è da subito in palla e infila la difesa sfruttando l’accoppiamento favorevole su Datome, l’Olimpia arranca e si aggrappa solo alle giocate di estro e alle letture del Chacho (che punisce con il suo palleggio funambolico i cambi difensivi), di Hines e di Melli.

I ragazzi di Trinchieri, però, si muovono di più e meglio, così l’Armani Exchange è costretta ad inseguire.

Sintetizza benissimo la contrattura milanese la schiettezza di Messina in sala stampa, il tecnico catanese sentenzia “we didn’t have any kind of ball movement for 18′ “.

In effetti i padroni di casa riescono a mettere insieme la miseria di soli 21 punti nei primi 17’/18′ (da quel punto in poi saranno 63 in 22′…), che sono frutto di una manovra involuta, lenta e per nulla capace di ribaltare il lato dell’attacco nel più totale immobilismo degli attaccanti.

Insomma, se non fosse stato per la fiammata sul finale del secondo quarto, fino a quel punto si sta parlando di una partita alquanto brutta, nella quale l’Olimpia è poco brillante ed alquanto deludente.

La svolta, lo sappiamo, ci sarà e la ripresa premierà le scarpette rosse. Ancor prima però di concentrarci sulle cause tecniche dell’inversione di marcia del match, è importante a mio parere approfondire, alla luce di questa gara, ennesima lampante evidenza di una tendenza, qualcosa che è molto ben spiegato dal grafico qui di seguito.

Prendendo in esame l’efficienza di tutte le squadre della competizione nel lasso di tempo tra il 20′ e il 30′, l’Olimpia dimostra di essere una delle squadre più temibili al rientro dagli spogliatoi. Terza (considerando ancora le russe) nella offensive efficiency e seconda nella defensive efficiency, possiede una net efficiency in questo intervallo che è inferiore soltanto al +14 del Barcellona.

Non ci dobbiamo stupire quindi se Melli e compagni abbiano ancora una volta confermato questa caratteristica, nel mettere insieme una terza frazione da 23-14 e di grande solidità.

E’ finalmente fluita la circolazione di palla, favorita in primis dalle iniziative di un campione di cui parleremo nel prossimo punto, sono brillati la grinta e l’entusiasmo stimolati da Rodriguez, si è distinta la caparbietà e la aggressività evidenti nelle iniziative di Devon Hall. Tutti ingredienti che hanno contribuito insomma a ridimensionare il Bayern e a condurre a un finale che richiedeva solo un attenta gestione per la definitiva capitolazione degli ospiti.

Un vecchio adagio della pallacanestro ricorda che le grandi squadre si vedono dal modo che hanno di affrontare il terzo quarto. Voi che dite?

Nicolò Melli e la sua trascendente immanenza

Una prestazione semplicemente squassante per l’ala reggiana, che è indiscusso MVP del team biancorosso. Il capitano ha portato in dote a coach Messina 11 punti, 13 rimbalzi e 6 assist con un dominio insieme abbagliante e silenzioso, assordante e invisibile, di innumerevoli aspetti del gioco.

Una performance con pochi eguali in stagione, soprattutto per il momento in cui è emersa, ovvero proprio quando la squadra più sembrava abulica e incerta.

Il numero 9 ha preso sulle spalle tutto il peso della squadra e ha letteralmente comandato le operazioni.

Fenomenale nel concedere un bersaglio all’attacco e nel capitalizzare i cambi, da quella posizione ha saputo sia punire con convinzione in avvicinamento al ferro, sia smistare con sublime acume a compagni avvantaggiati dalla sua posizione.

Straordinario nella fase difensiva su qualunque avversario, ha raccolto con autorevolezza tutte le carambole che passavano dalle sue parti, in particolare a rimbalzo offensivo dove ha letteralmente banchettato.

6 i palloni rigenerati sotto i propri tabelloni, che sono anche la metà di quelli conquistati dall’intera squadra nell’ambito, per un lotta a rimbalzo che si è conclusa 36-28 a favore dell’Olimpia, e che nelle parole di Trinchieri è stata un fattore determinante nell’assegnare la vittoria alle scarpette rosse.

Quella di Melli è stata in sintesi una prestazione stupenda che trasuda leadership, tangibile in elementi generali come la capacità di essere presenza trascinante nei travagli, quanto in piccole cose, in singoli particolari, ad esempio tutta la lucidità di gestire le sue proteste, ma di calmare e trattenere il Chacho che era intento in una protesta animata. Una gara che ci racconta ancora una volta di come Nik, in questa sua avventura più matura sotto la Madonnina, ci si sia calato alla perfezione.

Olimpia - Eurodevotion

Talmente tanto da poter mettere in un certo senso in secondo piano i 22 punti di un certo Shavon Shields, che conferma di avere nel Bayern una delle sue vittime preferite.

Il danese gioca un primo spaccato di gara davvero scadente, ma Messina lo tiene in campo e i risultati si vedono nel finale, in cui l’ex Baskonia inibisce tutti i tentativi di rimonta tedeschi a suon di triple e di giocate maestose. E’ il primo vero squillo dal suo ritorno e di questo Shavon l’Olimpia ne ha bisogno come il pane.

Il Bayern e le vibes del Trinka

Conosciamo bene le condizioni con le quali i tedeschi si sono presentati al Forum, condizioni che purtroppo segneranno pesantemente l’intero finale di stagione e, di conseguenza, l’annata bavarese nel suo complesso.

Parlare però soltanto dell’extra campo, dell’incontrollabile e fatal destino, sarebbe però un torto a una compagine che ha dimostrato anche stasera che di valori ne ha eccome, morali quanto tecnici.

La prima parte di gara li ha visti mettere in difficoltà la conclamata solidità dell’Olimpia, grazie a una pallacanestro di movimento e a un grande sforzo individuale dei giocatori che hanno creduto con convinzione nel successo e nel loro allenatore.

A partire da un Lučić come sempre straordinario, che si muove benissimo in campo e riesce sempre a sfuggire alle marcature opposte dall’Armani Exchange, eludendole ognuna nel modo più favorevole. Sfruttando la velocità e i tagli contro Datome, oppure servendosi della differenza di taglia e di altezza in post contro Shields, piuttosto che contro Hall.

Il serbo concluderà la gara con 26 punti che osteggeranno fino alla fine la serenità della vittoria biancorossa.

Nella ripresa, però, come abbiamo raccontato, la benzina è finita, e parliamo di un evento che con tutta probabilità un Trinchieri che a metà partita si dichiarava “sorpreso dei primi 20′ “, oltre che impressionato dallo sforzo messo in campo dai suoi, a fronte di una condizione che non lo avrebbe nemmeno potuto lasciarlo immaginare, sapeva inevitabile.

I tedeschi sono andati certamente in debito di ossigeno, ma è anche chiaro come abbiano anche subito un’Olimpia che finalmente è arrivata ad imporre le sue caratteristiche di forza e il suo credo di gioco con la vera efficacia di cui è capace. Peraltro la ripresa non ha visto un tracollo, ma ha previsto anche un’ulteriore reazione bavarese, rappresentata da quella sequela di triple dell’ultimo quarto che ha tenuto a contatto i teutonici, favorite da movimenti e blocchi di vera qualità, che hanno consentito la creazione di numerosi buoni tiri anche in un momento sfavorevole della partita.

Nonostante la sconfitta infatti il coach milanese ha insistito parecchio sulla sua soddisfazione per la prova offerta, parlando di buone vibes scaturite dall’atteggiamento orgoglioso e combattivo dei propri giocatori. Basterà per uscire vivi da un calendario che sentenzia 6 partite nei prossimi 11 giorni?

Photo credit: olimpiamilano.com e Fc Bayern Basketball Twitter

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