Un Monaco elettrizzante tritura un Fener irriconoscibile…che personalità Alpha Diallo!

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Alle Salle Gaston Medecin è andata in scena una gara che diceva tantissimo della lotta infuocata che si sta consumando per la settima e l’ottava posizione in classifica: tutto presupponeva bene per la sfida tra Monaco e Fenerbahce, due delle squadre più in forma della competizione.

Il campo, però, invece di raccontarci una gara equilibrata, ne ha messo in mostra una a senso unico, anche difficile da immaginare come tale alla vigilia. Il 92 a 78 finale non è nemmeno troppo sincero nel definire quello che è stato il dominio monegasco dal secondo quarto in poi, quando la squadra di Sasa Obradovic è stata avanti quasi sempre di almeno 20 punti.

La squadra di Djordjevic si presentava alla sfida senza Pierria Henry (infortunato) e i nazionali turchi, ma ritrovando Danilo Barthel e soprattutto Nando De Colo e schierando quindi un organico con caratteristiche molto diverse da quelle che ha dominato l’ultimo mese e mezzo di Eurolega. Su questo aspetto rifletteremo anche in seguito per commentare la sconfitta gialloblu.

Una delle note positive della serata Fener: l’energia di Dyshawn Pierre

Il secondo quarto che decide la partita: 36-13 Monaco!

La partita si è decisa già qui, nel secondo quarto. In una competizione come l’Eurolega vincere (e d’altro canto perdere) un quarto col punteggio di 36 a 13 significa vincere (e di conseguenza perdere) la partita. Così ovviamente è stato con i padroni di casa che si sono limitati poi a gestire il vantaggio producendo ancora tanto gioco e limitando le poche folate offensive degli ospiti, condotte per lo più da Guduric.

Come è arrivato un parziale tanto travolgente? Da un attacco gialloblu quasi inesistente che ha collezionato palle perse anche ingenue (senza dimenticare il merito di una difesa biancorossa ordinata) e, soprattutto, da un attacco come quello di Mike James e compagni che, con pochi principi ma molto chiari, ha fatto a fettine il Fener nella sua metacampo.

I vantaggi creati dal pick&roll sono molto più efficaci quando come portatori di palla hai due come James e Leo Westermann, capaci di leggere il movimento del rollante meglio della maggioranza dei pari ruolo in Europa. Poi, l’efficacia sta anche nella qualità dei rollanti del Monaco, che è sempre alta soprattutto per qualità (Motiejunas), solidità (Will Thomas) ed atletismo (Donta Hall).

Insomma, tutto ha funzionato benissimo per i padroni di casa e tutto malissimo per gli ospiti. Il risultato è stata diretta conseguenza.

Mike James at work

Nella serata opaca di MJ, ci pensano Alpha Diallo e Motiejunas

Proprio qui sta la forza del Monaco: che non è Mike James dipendente. Ovvio, quando il nativo di Portland segna un ventello a partita tutto va ancora più volentieri nella direzione giusta. Ma anche quando questo non accade e l’ex Olimpia si limita ad essere assist-man di assoluta qualità, questa squadra ha dimostrato di avere tante altre soluzioni che all’inizio dell’anno non pensavamo potessero avere.

In ordine sparso: la solidità e l’intelligenza di Will Thomas che sa spesso e volentieri fare la cosa giusta, l’atletismo fuori dalla norma di Donta Hall che anche oggi ha regalato 3 schiacciate da paura, l’ordine che mette in campo Westermann, l’umiltà letale di Motum che gioca pochi minuti ma con estrema precisione ed infine Motiejunas e Alpha Diallo.

Il centro lituano sta quasi vivendo una seconda giovinezza e nessuna si aspettava che sotto canestro potesse essere ancora così dominante; invece lo è. Anche stasera 18 punti e 9 rimbalzi. Poi c’è l’enorme personalità di Alpha Diallo, a cui la convivenza con MJ non sta facendo che bene anche in termini caratteriali.

Stasera il suo tabellino dice 24 punti (7/9 dal campo), 7 rimbalzi e 26 di PIR. Quando c’era da dare un montante alla gara, ci ha pensato lui alternando soluzioni personali con tiri dal palleggio o in post. Impressionante quanto sta dando un giocatore che viene dal Lavrio e che ad inizio anno non conosceva quasi nessuno. I margini di miglioramento sono ancora tantissimi e la crescita esponenziale del Monaco in stagione passa anche dalla sua crescita personale.

Che personalità Alpha Diallo…

Fener, quando il rientro dei campioni significa fare dei passi indietro

Il Fener dell’ultimo mese e mezzo è stato perfetto: lo abbiamo detto più volte e la prestazione di Milano, per esempio, sta lì a dimostrarlo. Senza due dei riferimenti della squadra (e con anche altri problemi sparsi) Djordjevic è riuscito a creare una difesa solidissima ed in generale una squadra che ha fatto della ruvidezza il suo punto di forza. Insomma, il Fener era diventato la squadra di Djordjevic e i risultati si sono visti: filotto impressionante di vittorie.

Per la gara di stasera mancava Pierria Henry (motore della risalita Fener) e rientravano però due come Barthel e soprattutto De Colo. Sulla carta, quindi, Djordjevic arrivava alla sfida con la ritrovata superiore qualità degli interpreti. I risultati però sono stati drastici: la saracinesca difensiva degli ultimi tempi è stato un vago ricordo ed al suo posto si è presentata una difesa sfilacciata, disattenta e piena di buchi.

L’attacco, d’altro canto, non ha mai trovato la fluidità giusta di manovra, ristagnando nelle mani dei palleggiatori senza trovare mai vantaggi dal gioco alto/basso su cui Djordjevic tanto punta. Praticamente i presupposti di un disastro perfetto e così è stato. L’unico a salvarsi è stato Marko Guduric, il migliore dell’ultimo periodo, troppo solo però anche solo per tentare la rimonta (per lui 18 punti con 5 su 7 dall’arco). Tra l’altro miglior scorer sarebbe proprio De Colo con 19 punti, ma la partita del francese per chi l’ha vista non è stata tutta questo “plus”: buone assistenze ai compagni e canestri da campione col suo solito tocco, ma in difesa una tassa troppo salata.

E proprio dalla difesa inesistente ed irriconoscibile è arrivata la sconfitta. Come è possibile che ciò sia accaduto quando sulla carta tornavano due giocatori cruciali in rotazione? Semplice: Djordjevic con quello che aveva negli ultimi mesi era riuscito a lavorare con continuità trovando la quadra giusta. Ora, riaccogliere tutti gli infortunati, per quanto giocatori di una caratura enorme, significa dover ricalibrare tutti gli equilibri e lavorare quasi daccapo su un sistema che dovrà basarsi su caratteristiche diverse.

Questo è il vero dramma degli infortuni: con il via vai dei giocatori le squadre cambiano continuamente fisionomia e così spesso si deve ripartire da zero nel ricompattare il gruppo. Ora Djordjevic deve farlo davvero in fretta se non vuole sprecare il passato filotto di vittorie e così perdere il treno dei playoffs.

(Credits photos: Euroleague and Monaco)

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura e cinema sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare. Vorrebbe avere l'eleganza di Anthony Hopkins.
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