Valencia v Murcia: “universitari” in paradiso, “taronja” all’inferno

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Valencia v Murcia è il primo quarto di finale del venerdì, dopo che Tenerife e Real hanno staccato il biglietto per la semifinale di sabato nella serata di ieri.

“Taronja” favoritissimi nella terza sfida dei quarti finale della Copa del Rey 2022 in svolgimento a Granada. Gli “universitari” di Murcia arrivano da un periodo di grande difficoltà dovuto alle positività al Covid-19: basti pensare che Coach Sito Alonso, negativizzato nelle ultime ore, è arrivato in Andalusia solo poche ore prima della partita in auto.

Inizio gara un po’ impacchettato. Valencia non segna mai, eccetto “Dubi”, mentre Murcia si accende con Mc Fadden già così coinvolto emotivamente da rinunciare ad un facile “layup” in contropiede (e superiorità numerica) per fare qualche passettino indietro e tirare la terza tripla di fila. Sdeng! Thad, va bene l’entusiasmo e l’autostima, però…

Però hanno ragione sia lui che i suoi compagni: primo quarto da urlo e 28-14 che lascia di stucco Valencia. Il basket oggi? Alla fine più semplice di quanto si pensi: 0/5 da tre la squadra di Penarroya, 5/10 quella di Sito Alonso. Lo scarto è tutto lì.

Valencia deve iniziare a difendere, perchè Murcia ha un un buonissimo tiro nell’80% dei possessi offensivi.

Quelle percentuali, all’intervallo, saranno ancora più significative: 2/15 e 10/21, serve poco altro. Ma tra quel poco altro c’è un dato francamente molto inatteso ed inquietante per Valencia, ovvero il 24/17 “murciano” a rimbalzo. 19-24 è il parziale del secondo quarto, 33-52 quello dopo 20′.

La sensazione di vedere in campo una squadra molto più pronta a livello di energia c’è ed è molto strana viste le premesse. Allo stesso tempo non è credibile che i “taronja” siano così brutti.

Ecco… pronti, via! 10-0 Valencia con un Rivero che decide di essere della partita. Il resto sono triple di Dubi ed Hermansson.

C’è in campo Claver, non entrato nella prima metà gara: non è un caso, per nulla. Classico campione di cui l’ultima cosa da guardare è il tabellino.

Rivero è inarrestabile, Murcia scompare e sembra soffrire fisicamente. Il parziale diventa 21-0 e bisogna aspettare 5′ per vedere la retina scossa da J.Davis.

Ok, la reazione di Valencia ce la aspettavamo, ma non nella forma di un 31-9 clamoroso frutto del ribaltamento di quasi tutte quelle voci che avevano dato vita al vantaggio universitario.

Ora sembra tutto in mano ai recenti giustizieri della Virtus in Eurocup, riconfermando la differenza di valori che pareva chiarissima sin da prima della palla a due. La gara pare realmente finita.

Il cuore di Murcia, però, continua a battere forte, trascinato da una “aficion” straordinaria, già impegnata due ore prima della gara a sostenere i propri idoli accompagnando l’arrivo della squadra a palazzo. Isaiah Taylor, con una splendida penetrazione, dà il +1 ai suoi sull’81-80, quando manca poco più di un minuto.

Scambio di triple, prima Prepelic e poi Webb, per entrare negli ultimi secondi, vibranti, sportivamente drammatici.

Valencia la combina grossissima: dopo l’errore dall’arco di Van Rossom (20″ al termine), lascia trascorrere più di 12″ prima di fare fallo, peraltro scegliendo McFadden, non proprio la scelta del secolo.

I tentati suicidi tecnici si sprecano. Nemmeno Murcia fa fallo sul +3 , ma il ferro respinge le triple di Prepelic e Van Rossom. La preghiera finale di Dubljevic non porta a nulla. 86-83 è paradiso per gli “universitari” ed inferno “taronja”.

«El golpe es tremendo» urla il radiocronista valenciano di fianco a noi: è vero, è così e per certi versi incomprensibile.

Prepelic sarà diretto: «Non sappiamo se questi alti e bassi siano una questione tecnica o mentale».

Non è un dubbio da poco.

Murcia fa festa, meritatissima, ricordandoci come il basket sia straordinario quando giocato a ritmi alti e senza paura.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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