La lavagnetta di ED #19: la Chicago action dell’Alba

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All’andata l’Alba Berlino fu una brutta sorpresa per l’Olimpia Milano, chiamata invece a fare il proprio dovere in questo recupero della prima giornata di ritorno, in modo da proseguire la propria corsa ai primi quattro posti della classifica. Prima di raccontarvi della Chicago action di coach Israel Gonzalez, qualche veloce premessa su un match potenzialmente molto prezioso in ottica meneghina.

I tedeschi hanno un record esattamente speculare (6-11) rispetto a quello dell’Olimpia, ma sono squadra che ama correre e giocare insieme nel flusso, caratteristiche che nel primo incontro stagionale mandarono in crisi la difesa milanese, strozzata soprattutto dalla pericolosità perimetrale dei tiratori teutonici. Ora, contrastare il grande dinamismo delle giocate avversarie sarà il grande focus, ed è per questo che, con l’aiuto di BasketHead, vi parliamo di Chicago action.

Come funziona: la Chicago action dell’Alba

Un’esecuzione della Chicago action proprio contro Milano

Prima di iniziare qualsiasi analisi, urge definire cosa sia una Chicago action. Si tratta di un’azione molto diffuso, in cui un giocatore senza la palla prima riceve un blocco, poi va a giocare un handoff (l’italico passaggio consegnato) con il compagno che ha la palla.

Maodo Lo conduce la palla nella corsia centrale del campo, mentre Yovel Zoosman libera il lato destro del campo, dove si svolgerà la più parte dell’azione, e Ben Lammers piazza un blocco verticale di uscita per Luke Sikma, che riesce a ricevere in guardia destra con un certo margine.

A questo punto Lo, passando dietro a Sikma, quasi a voler far credere di giocare già un primo handoff, va a settare un blocco diagonale a scendere (che va verso la linea di fondo) per Marcus Eriksson.

Inseguendo su quel blocco, Shavon Shields impedisce a Eriksson di giocare l’handoff con Sikma previsto dal gioco, ma guadagna un ritardo tale che permette al tiratore svedese di girare intorno al compagno e tagliare backdoor. È poi l’immenso talento nel fondamentale del passaggio di cui è dotato il lungo di Gonzalez a trasformare questa Chicago action in un concentrato di spettacolo. La palla passa fra le gambe di Giampaolo Ricci ed Eriksson appoggia facilmente al tabellone.

Stiamo parlando di un set tutto sommato semplice per questi livelli, reso però efficace sia dalla capacità di leggere dei giocatori che lo mettono in campo sia dal flusso in cui viene giocato. Una difesa di Milano più attenta e semplificativa rispetto all’andata può ben contrastare questa Chicago action dell’Alba Berlino.

Come si batte: la chicago action dell’Alba

Contro squadre dal talento limitato ma che giocano discretamente a livello corale rompere il flusso offensivo è fondamentale. Milano lo può fare mantenendo gli accoppiamenti difensivi e mettendo aggressività, sfruttando, una volta di più, i cambi difensivi, grande arma della squadra di Ettore Messina. Entriamo nel dettaglio delle mosse di contrasto che abbiamo pensato per questa Chicago action.

Prima di tutto il blocco di Lammers per Sikma. Trattasi di blocco fra due lunghi, quindi cambiamo per mantenere una pressione elevata e rendere più difficoltosa la ricezione di Sikma, giocatore formidabile nel vedere linee di passaggio se non pressato. Dopo questo, bisogna contrastare la vera e propria Chicago action.

Ovviamente sul blocco diagonale di Lo per Eriksson non vogliamo che lo svedese abbia spazio per ricevere e tirare, ed essendo un blocco fra esterni cambiamo nuovamente, mettendo poi il corpo fra Eriksson e la palla, negandogli così di andare a giocare l’handoff. Col contatto fisico evitiamo eventuali ricezioni in allontanamento, contando anche sul fatto che l’angolo potrebbe essere occupato da chi ha bloccato per il tiratore.

In sostanza, non vogliamo che l’handoff tra Sikma ed Eriksson si giochi. In effetti è ciò che avviene nel video, ma con effetti collaterali notevoli, che noi cerchiamo di lenire con questa soluzione diversa. Come sempre, si esprimerà il Campo.

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