Un bel Fener batte un Oly spento: che sia l’inizio di una svolta?

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Alla Ulker Arena è servito il risultato che non ti aspetti: un Fenerbahce martoriato dalle assenze vince agevolmente e brillando contro una delle maggiori forze dell’attuale edizioni dell’Eurolega, l’Olympiacos.

La squadra di Djordjevic si presentava alla sfida senza tre giocatori come Jan Vesely, Nando De Colo e Marial Shayok; insomma, senza due dei giocatori più determinanti a queste latitudini. Eppure il suo Fener fa una delle partite migliori dell’anno facendo di necessità virtù e lanciando un bel segnale. Per l’Oly una sconfitta che fa male, soprattutto per come è arrivata e per alcuni passi indietro sul piano del gioco, ma le attenuanti ci sono.

Entriamo fra i punti salienti della sfida con i nostri consueti tre punti.

Un secondo tempo tutto a tinte gialloblu

Nel primo tempo regna l’equilibrio fra le due squadre fra botte e risposte, senza nessuna delle due che riesce a prendere il pallino della gara in mano. Non è una gara bellissima: si vede che le squadre rientrano in campo dopo un piccolo periodo di inattività dovuto alle positività da covid. Ed ovviamente a risentirne un po’ è la qualità del gioco che ha fatto qualche passo indietro rispetto a quello apprezzato nell’ultimo mese. Ma è normale che sia così vista la situazione.

Intanto però l’Oly perde anche coach Bartzokas che viene espulso dopo diversi momenti di evidente nervosismo, poi trasmesso anche a tutta la squadra che è sembrata troppo tesa e rigida in campo.

Nel secondo tempo alza le marce la squadra che non ti aspetti, ovvero il Fener. Gli uomini di Djordjevic in attacco fanno girare bene la palla, sfruttando bene l’alto/basso e le rotazioni difensive spesso troppo lente degli ospiti. I padroni di casa così trovano con sempre più facilità la via del canestro; a tenere a galla i biancorossi ci prova Tyler Dorsey con le sue fiammate ma è troppo solo. Alla lunga il Fener prende il largo e non si volta più indietro.

Il quarto periodo è suggello del terzo: l’attacco del Fener è efficace come raramente in questa stagione con interpreti anche inferiori al solito. Ben sei giocatori oltre gli 11 punti segnati, fra cui spiccano i 17 del capitano Mahmutoglu, best scorer, che quando può godere di tiri aperti frutto di una buona circolazione di palla, sa essere letale dall’arco. Gli ultimi minuti sono semplice amministrazione di una vittoria larga che fa tanto morale.

Oly Fene
Pierria Henry, anima dell’attacco gialloblu questa sera

Un Oly troppo sulle gambe: tante scorie legate al covid?

Quest’anno l’Olympiacos ci ha abituato molto bene per poter accettare la prestazione vista stasera. Una squadra remissiva, sempre uno/due passi indietro nelle giocate e nelle letture; insomma, una squadra sulle gambe.

Tutta la differenza a livello di “serbatoio” si è vista nel secondo tempo in cui il Fener a livello proprio di gambe girava almeno il doppio degli ospiti che erano sempre in ritardo. Quale può essere la motivazione?

Beh sembra facile indicarne una: probabilmente i contagi da coronavirus. Il Fener ne ha avuti soltanto tre, l’Oly molti più, vicino alla decina. Ecco che lo stop prolungato di molti giocatori è parso lampante questa sera: purtroppo, fermare i ritmi di giocatori che hanno superato il giro di boa e che quindi si avviano verso la fase calda della stagione, per una/due settimane può essere un problema vero. Ciò non toglie che i gialloblu, dall’altra parte della barricata, abbiano fatto una grande gara. Però l’Oly di oggi non era quello vero.

Per aggiungere oscurità alla serata negativa c’è anche l’infortunio di Shaquille McKissic che preoccupa soprattutto alla luce di quello che la guardia americana ha dato nella prima parte di stagione.

Finalmente la difesa di Djordjevic! Un punto di partenza per il Fener

Non lasciatevi ingannare dagli 80 punti subiti: la difesa dei turchi questa sera ha funzionato molto bene (anche grazie ad un attacco che dall’altra parte girava male). Ma finalmente si è vista quella difesa grintosa, stretta, compatta e vorace che caratterizza le squadre di Djordjevic.

Anche in attacco, come detto, nonostante l’assenza di giocatori importantissimi, la palla ha girato molto meglio del solito. Forse in virtù del fatto che Pierria Henry ha avuto molto di più la palla in mano rispetto a quando c’è De Colo in campo e che quindi ha potuto alzare un po’ i ritmi e trovare le linee di passaggio (8 assist stasera) che lui predilige? Può essere. Di sicuro da questa situazione Henry può giovarne, a differenza del giocatore un po’ imbrigliato che abbiamo visto nella prima parte di stagione.

Il problema è che anche lui ha accusato un problema durante l’arco della partita, riacutizzatosi poi nei minuti finali. Da valutare l’entità dell’eventuale infortunio. Sarebbe veramente una tegola per Djordjevic.

La strada da seguire però è questa per i gialloblu in un cammino che è impervio. Impervio perché il record non è dei migliori ed ora si può sbagliare poco se si vogliono raggiungere i playoffs. Ed il tutto va fatto senza De Colo e Vesely. Però stasera c’è stata una cosa che prima si era vista pochissimo: un’identità di squadra. Non è poco.

(Credits photos: Euroleague’s website)

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura e cinema sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare. Vorrebbe avere l'eleganza di Anthony Hopkins.
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