Ben Bentil, chi è il nuovo volto dell’Olimpia

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Ben Bentil è arrivato a Milano e, già aggregato alla squadra, sarà in campo questa sera a Berlino per la gara del Round 13 contro l’Alba.

Il nuovo volto tra i lunghi dell’Olimpia Milano è Ben Bentil, ala grande di 204 cm, passaporto ghanese ed americano con esperienza di Eurolega al Panathinaikos.

Con la maglia dei “greens” di Oaka il prodotto di Providence ha disputato due stagioni: 54 gare, 4,8 punti di media col 50% da due, il 34,8% da tre, 2,4 rimbalzi ed una valutazione che, come quasi tutte le statistiche, è cresciuta tra il primo ed il secondo anno da 3,3 a 5,9.

«Non è minimamente considerabile il sostituto di Tarczewski». Lapidaria una nostre fonte sul mercato continentale cui abbiamo chiesto un giudizio sul giocatore.

E’ il più classico dei “role player”. Milano non deve attendersi una star, questo dovrebbe essere già chiaro a tutti, ma semplicemente un giocatore che sa fare determinate cose bene pur avendo alcune criticità già sottolineate dallo “scouting” che lo ha riguardato ai tempi dell’uscita dal college.

Il nativo di Sekondi-Takoradi (Ghana), classe 1995, curiosamente ha trovato i numeri migliori della carriera di Eurolega, in tre statistiche, in una gara contro Milano, quella dell’1 aprile 2021. Nel successo dei suoi registrò i top in carriera in valutazione (18), punti (16) e rimbalzi offensivi (5). Contro Bayern Barcellona e Real le altre statistiche più rilevanti nella singola gara.

La seconda stagione ateniese ha registrato sensibili miglioramenti in quasi tutte le voci statistiche, come detto, con un maggiore coinvolgimento offensivo, parte del gioco decisamente più significativa di quella difensiva per il ghanese.

Il tutto era già abbastanza chiaro ai tempi del college. I due anni coi Friars di Providence lo proiettarono alla #51, scelto dai Celtics.

«Ha avuto una grande stagione da sophomore, andando bene anche al torneo NCAA. E’ noto come ottimo tiratore e giocatore da “pick and pop”. Deve migliorare da tre ma ha range abbastanza vario e mano delicata. Buon giocatore di post sa liberarsi sulla linea di fondo per buoni tiri dagli angoli. Sfrutta i mismatch abilmente ed è un gran lavoratore e giocatore di squadra. manca di esplosività e stazza, cosa che non lo favorirà in NBA. Non è un buon passatore ed ha un’insufficiente ratio assist/perse. Si è dimostrato solido difensore a livello universitario ma farà fatica contro i 4 stazzati e contro i 3 veloci al piano di sopra. ma ha le caratteristiche giuste per il gioco moderno di NBA: è forte, veloce e sa tirare da 3. Può dare un contributo solido nella lega».

Così NBAscoutingreport.net nel 2016. Ma la realtà fu poi diversa e tra un taglio e l’altro le gare giocate nella miglior lega del mondo sono state solo 3 con la maglia di Dallas. In mezzo la Cina, poi Reims, Bilbao e Peristeri prima del Pana e della recente parentesi turca al Bahcesehir.

I punti di forza indicati allora? Potenziale “Stretch 4” per aprire il campo, versatilità, gioco in post, grande lavoratore e atletismo in termini di velocità per il ruolo.

Debolezze? Altezza, esplosività, passaggio e difesa, almeno al livello NBA.

Un’apertura alare non indifferente, aggiungeremo tra i punti di forza.

Sono tutti giudizi interessanti ma spesso troppo parametrati al solo mondo NBA. Sicuramente a quel livello ci si attendeva di più, ma oggi la storia, in Europa è diversa. Ed in Eurolega lo è ancora di più.

«Certamente più attaccante che difensore» ci conferma la nostra fonte. Ed in effetti così è stato con il Pana di Pitino. Adattarsi a quanto richiede Messina sarà fattore chiave. E’ giocatore col quale si può cambiare sempre come fa Milano oggi? Abbiamo dei dubbi poiché il suo atletismo emerge coi pari ruolo ma può non essere sufficiente di fronte a certe razzenti pointguard che popolano la lega europea più importante. Può andare meglio in caso di “pick and roll” tra 3 e 4, situazione non impopolare a queste latitudini, anche se il maestro di queste giocate, Igor Kokoskov ha riattraversato l’oceano. Però non va dimenticata quella caratteristica di grande lavoratore sottolineata dagli scout di allora: perchè non potrebbe crescere ulteriormente?

Giocatore assolutamente di “pick and pop” dicevano e questo si è visto anche in Europa. Non ama “rollare” ma quando va in post è eccellente. Per migliorare l’efficacia di quest’ultima situazione dovrà crescere molto a livello di passaggio, vero punto debole dell’atleta.

Il suo “range” di tiro molto ampio lo rende una minaccia interessante e deve essere sfruttata proprio per pareggiare quella mancanza di verticalità che gli rende la vita dura in quelle tonnare che sono le aree dei tre secondi europee.

In sostanza la storia ci ha già detto che non si tratta di un fenomeno, tuttavia di un atleta in grado di portare tante cose positive se inserito in un sistema che ne sappia esaltare le caratteristiche positive nascondendo le criticità che ci sono. Che poi è discorso ovvio per chiunque non appartenga alla categoria dei fenomeni.

E’ l’uomo giusto per Milano? Difficile dirlo ora, solo il campo sarà come sempre il giudice supremo. Certamente è un 4 e non un 5, come Melli, come quel Mitoglou la cui mancanza dovrà coprire nei prossimi due mesi.

Milano aveva bisogno di questo tipo di giocatore? A nostro parere la necessità più impellente era il classico centrone, tuttavia non ci permettiamo minimamente di discutere una scelta che è figlia anche di dinamiche di mercato e che è stata ponderata alla ricerca del meglio tra ciò che lo stesso mercato offriva oggi. Ed altrettanto certamente la pallacanestro dell’Olimpia di oggi è assolutamente di sistema, quindi ci pare evidente come la scelta sia stata effettuata nella direzione di non cambiare rotta rispetto a quanto fatto sinora con buoni risultati in Eurolega. La coerenza, di solito, non è un difetto.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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