All’Efes il derby di Istanbul: il Fener spreca, riluce la stella di Larkin

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Il derby del Bosforo tra Efes a Fenerbahce era uno snodo cruciale nel percorso europeo delle due compagini turche. Per i campioni in carica l’obiettivo era proseguire la striscia vincente e continuare sulla ritrovata strada della vittoria; per i gialloblu l’obiettivo era quello opposto: non incappare nella quarta sconfitta consecutiva e quindi arrancare nella parte bassa (bassissima) della classifica.

Il verdetto finale del campo dice 89 ad 84 per la squadra di Ergin Ataman al termine di una gara in cui i vincitori hanno rincorso per gran parte della gara e hanno compiuto il sorpasso finale negli ultimi minuti della gara, in cui il Fener, come già spesso è accaduto, si è sgonfiato ed ha perso le redini dell’incontro. Andiamo ad analizzare la gara dell’Ulker Arena con i nostri canonici tre punti!

Parziali e controparziali

Difficile descrivere diversamente i 40 minuti in cui si sono sfidate le due squadre turche. Nel primo quarto è il Fener ad assestare il primo strappo assestandosi sul punteggio di 15-6. Risponde subito l’Efes che inizia veramente a giocare dopo una metà di quarto anemica e contando anche la prima parte del secondo periodo piazza un parziale di 17-0.

Come non detto, i rapporti di forza si invertono nuovamente e la squadra di Djordjevic tra secondo e terzo quarto produce un 11-0 che si tramuta in un 46-36 di punteggio a tabellone. L’Efes, però, rientra nuovamente nella partita, anche se nel finale di terzo quarto i padroni di casa provano a dare un altro scossone alla partita con l’ennesimo parziale di 12-0 nel segno di un ispirato Marko Guduric.

Però non basta e manco a dirlo negli ultimi 5 minuti della partita l’Efes si rifà sotto trascinata dalle triple dei diabolici Larkin e Micic, e dai pasticci offensivi del Fener che non riesce più ad essere incisivo in attacco. Il parziale del quarto quarto è un 33-17 schiacciante per la banda di coach Ataman, maturato con l’ennesimo finale giocato male e buttato via da parte dei gialloblu.

Efes Fener Pleiss
La lotta sotto canestro tra Vesely e Pleiss

Fener, che si fa? 8 sconfitte nelle ultime 9 partite

Serve una scossa: inutile nasconderlo. Anzi, serviva già anche molto prima di questa partita, per esempio dopo la sconfitta contro un avversario modesto (si guardi a proposito la differenza fra i due roster) come può essere lo Zalgiris.

Oggi il Fener non ha fatto nemmeno la peggior partita della stagione, ma se ha rischiato di vincerla è stato grazie più ai momenti di sonnolenza tipici dell’Efes che per meriti davvero propri. La difesa, quando vuole, sa difendere veramente forte con cambi ripetuti ed una pressione notevole sul portatore di palla, ma troppo poco spesso si raggiungono i livelli desiderati. Prevale nell’arco dei 40 minuti un’attitudine non accettabile a questi livelli.

Lo stesso discorso vale, se non di più, per la fase offensiva. Una squadra con Vesely, De Colo, Guduric, Henry, Booker e Polonara non può produrre così poco. Non è accettabile. Raramente si vedono creati dei veri vantaggi e quelli creati oggi sono stati appunto inverati più dalla pigrizia degli ospiti che dalle idee chiare dei padroni di casa. Tutto è stato più chiaro nei minuti finali quando l’Efes per vincerla ha stretto le maglie offensive e i gialloblu sono riusciti a produrre quasi più nulla con le palle perse che fioccavano.

La panchina di Sale Djordjevic scotta? Sì, ma scottava anche prima. L’impressione è che tutte le colpe non siano attribuibili al coach serbo, ma anche al reale coinvolgimento di alcuni giocatori che dovrebbero essere chiave in questo gruppo.

L’Efes trotterella, ma alza le marce e fa paura. Che Shane Larkin!

Se il Fener fatica a creare vantaggi in attacco, l’Efes li trova quando vuole con una facilità imbarazzante. Basta un pick&roll giocato da Larkin o Micic ed il gioco è fatto: molto semplice. Che poi è esattamente il modo in cui si è scavato il parziale decisivo nel quarto quarto; il tutto unito alla presenza dei comprimari, ad una difesa non perfetta ma ruvida ed ordinata, e ovviamente al talento offensivo sconfinato dei due già nominati. Insomma, le chiavi che hanno reso grande l’Efes negli ultimi anni.

In questo senso, ovvero il ritrovare i ritmi della squadra che ha vinto lo scorso anno, è stato importante per Ataman ritrovare delle precise gerarchie sotto canestro, reparto in cui qualcosa era scricchiolato nelle prime uscite (vista anche l’età di alcuni interpreti). Ed allora ecco che il centro titolare è Tibor Pleiss: per Petrusev ci sarà tempo per crescere e prendersi quel posto. Il centro tedesco anche oggi si rivela decisivo con 17 punti e 19 di PIR (il secondo più alto della squadra).

Poi, ovviamente, c’è Shane Larkin col suo sconfinato talento che azzanna la partita quando vuole lasciando da parte anche i momenti di nervosismo che durante la partita rischiano di farlo deragliare. Nulla di tutto ciò: 25 punti (4 su 8 dall’arco) e 29 di PIR. Quando il naturalizzato turco sta bene e gioca così, non ci sono molte chance di vittoria per le avversarie.

Traendo le somme: altra vittoria importante per l’Efes ed ora davvero sembra davvero che il treno ottomano stia tornando sui binari congeniali. Ancora non perfettamente (alcune macchie sono evidenti), ma i segnali positivi sono tanto evidenti quanto erano quelli negativi di qualche settimana fa. I campioni stanno scaldando i motori…

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura, cinema e pallacanestro sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare.
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