Mercato Eurolega: l’assalto NBA, le situazioni chiave e due domande scomode

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Mercato di Eurolega che dà segnali contrastanti. Da una parte un futuro incerto, dall’altra le necessità dell’oggi.

Dopo un inizio che faceva pensare a momenti assai scoppiettanti, tutto ciò che ruota intorno al mondo del mercato di Eurolega sta dando segnali non esattamente incoraggianti per il maggior trofeo continentale.

ASSALTO NBA: IMPOSSIBILE DIFENDERSI

Prima è toccato a FACUNDO CAMPAZZO,, poi è stata la volta di GABRIEL DECK, di LUCA VILDOZA e di ELIJAH BRYANT. 4 nomi importanti di Eurolega che, con “buyout” decisamente sostenuti a favore dei rispettivi club, hanno attraversato l’oceano in piena stagione.

La lista potrebbe diventare assai lunga durate l’estate, quando almeno una decina di nomi di un certo rilievo nel panorama continentale potrebbero trovare casa nella lega americana ed impoverire certamente il livello tecnico di Eurolega.

La situazione è particolare, delicata e chiara allo stesso tempo. Le finanze dei club europei piangono, tutte indistintamente. Senza entrare nel merito di una questione che è lampante da tempo, ovvero di un movimento che anche al suo apice è insostenibile finanziariamente per almeno l’80% delle squadre, è evidente come ci sia una certa riluttanza da parte dei giocatori e di chi li rappresenta a prendere reale coscienza di quanto sia accaduto nel mondo. Abbiamo eclatanti esempi dal mondo del calcio, alcuni veramente sgradevoli, ma non ne è esente la palla al cesto.

Se diamo un’occhiata al 12mo salario medio di una franchigia NBA lo troviamo quasi sempre pari o superiore ad 1,5 mln in dollari. Considerando che le tasse portano via mediamente un 50% (anche meno in alcuni stati) è chiaro pensare che si tratti di un’opportunità assai valida per tanti atleti che sognano il palcoscenico americano ma che lo avrebbero fatto in altre condizioni prima della pandemia.

Se prima c’era la possibilità di giocare in Europa da protagonisti ben pagati, mettersi in mostra e poi provare l’avventura NBA con prospettive differenti, oggi, in mancanza di denaro circolante nel vecchio continente, si accelera il passaggio, senza certezze tecniche ma con un buon riscontro economico.

Ecco che allora la cosa diventa un affare per tutti, tranne che dal punto di vista tecnico. Club europei che incassano “buyout” importanti che limitano le ingenti perdite del momento, franchigie NBA che si portano a casa giocatori che hanno comunque una valida esperienza, come quella europea ormai si dimostra da anni, senza strapagarli e dovendo sborsare una cifra massima per quei “buyout” che è fissata in 750k, ovvero noccioline per loro. Il resto, se superiore, tocca ai giocatori.

Gli stessi atleti allora sono portati ad andarsene poiché se in precedenza si ragionava su cifre a sei zeri al di qua dell’oceano, oggi le offerte sono molto inferiori. Ed inoltre la via del ritorno resta comunque aperta, magari in condizioni migliori tra qualche anno.

Accadrà così, molto probabilmente, che una lunga lista di giocatori approderà nella lega di Silver dall’Eurolega e non sanno necessariamente solo nomi di punta. Se i Micic, i Larkin, i Garuba, i Bolmaro, sono situazione già chiare per ragioni differenti, tra scelte personali e “draft”, anche altri nominativi come ad esempio Shields, ma anche meno rilevanti come accaduto per Elijah Bryant o come potrebbe succedere per Nigel Hayes, diventano assai appetibili al piano di sopra per le motivazioni esposte.

E’ un esodo che sarà assai complicato fermare, ancor più in mancanza di un accordo collettivo.

LE SITUAZIONI CHIAVE

Il “backcourt” dell’EFES sarà probabilmente tutto da ricostruire. VASILIJE MICIC giocherà in NBA al 100% e la stessa sorte potrebbe toccare a SHANE LARKIN. Sul fenomeno americano ogni anno si parla di un ritorno nella massima lega mondiale, ma questo sembrerebbe l’anno “più buono” degli altri, soprattutto se il cerchio turco si chiudesse con il trionfo a Colonia.

DIMITRIS ITOUDIS e la panchina del CSKA potrebbero aprire movimenti di notevole impatto sul futuro. Ad oggi ci sono solo voci, si tira ad indovinare, ed ovviamente il nome di ZELJKO OBRADOVIC è il primo che salta fuori, visto il profilo del club. Il Coach greco, oggi alle 1400 impegnato in una delicatissima gara 3 contro il Nizhny, inopinatamente necessaria dopo un ultimo quarto orribile in gara 2, prosegue il suo lavoro in totale concentrazione sugli obiettivi stagionali, ancora tutti raggiungibili. Di certo sappiamo che vi è un altro grande club di Eurolega che sarebbe pronto, in un caso particolarissimo legato a quanto succederà nelle prossime 4 settimane, a ragionare seriamente con Itoudis.

E’ ovvio che quando si parla di nomi come Obradovic ed Itoudis le panchine alle quali possono essere accostati sono assai limitate, per programmazione e per possibilità finanziarie. Quante di queste oggi sono “libere”? All’apparenza nessuna. Servirebbero grandi sorprese, che tuttavia non ci sentiamo di escludere in un momento assai particolare come quello che stiamo vivendo.

KEVIN PUNTER ed il rinnovo a Milano. La cosa va per le lunghe e, presumibilmente, se ne uscirà dopo Colonia. Se il giocatore dovesse giocare un weekend sulla falsariga dell’ottima stagione disputata sinora, la quotazione salirebbe ancora ed allora anche il club milanese dovrebbe buttare lì qualche dollarone in più rispetto all’offerta attuale. Non va dimenticato che il duo Messina-Stavropoulos ha saputo operare al meglio la scorsa stagione senza che nulla trapelasse, quindi anche in questo caso non va esclusa alcuna sorpresa. L’Efes è comunque fortemente interessato, per le ragioni di ricostruzione del backcourt che vi abbiamo illustrato sopra.

DUE DOMANDE SCOMODE

In questa situazione molto difficile, non sarebbe il caso di ragionare a livello di Eurolega e rendere effettivamente sostenibile il movimento anche a costo di qualche stagione di sofferenza tecnica dovuta alla perdita di atleti che oggi vengono remunerati con salari che non ci si potrebbe permettere?

Non sarebbe il caso di accelerare drasticamente la riduzione dell’apporto finanziario concesso alle proprietà in modo da risanare i bilanci nella realtà e non con alchimie finanziarie varie (sponsor etc), in modo da dare un reale futuro di sostenibilità alla competizione, che tra l’altro potrebbe cogliere l’occasione per diventare esempio virtuoso nella pallacanestro e non solo?

Ci permettiamo solo di ricordare quanto scrisse Palco23.com, sito estremamente competente sulle finanze sportive, un paio di anni fa: lo stipendio più alto che una squadra di Eurolega potrebbe permettersi oggi, sulla base dell’analisi costi/ricavi, è di circa 400k…

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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