Efes-Zalgiris (round 29): altro massacro dei turchi, l’Europa ora trema

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Efes-Zalgiris prosegue il grandissimo momento della squadra di Ergin Ataman, che infila la settima vittoria di fila, la quinta con uno scarto superiore ai 13 punti. Una partita controllata fin dalle primissime battute per i turchi, che hanno messo in mostra un attacco veramente esplosivo e una difesa molto aggressiva. Tante difficoltà, di contro, per la squadra di Schiller, che non ha mai avuto l’occasione di correre e giocare nel flusso. Il punteggio finale è stato di 89-62. Efes-Zalgiris è qua, nei cinque punti di Eurodevotion.

Efes-Zalgiris: Ergin Ataman e la bellezza della semplicità

Naturalmente quel che più impressiona dell’Efes visto in campo nelle ultime settimane è soprattutto la fase offensiva. Non è un mistero che, fin dalla scorsa stagione, la maggior parte dei vantaggi vengano costruiti dagli uno contro uno e dai pick and roll di Shane Larkin e Vasilije Micic, con l’aiuto, talvolta, di Krunoslav Simon o Rodrigue Beaubois. Dopo una prima metà di stagione in cui, per vari motivi, tutto questo si era risolto in banalità, ora la squadra di Ataman è tornata all’idillio cestistico dello scorso anno.

Non è cambiato il modo per costruire i vantaggi, beninteso; tuttavia è cambiato il contesto. Una recuperata condizione atletica degli effettivi principali, Larkin su tutti, ha fatto sì che questo modo di giocare tornasse a produrre con grande efficienza. E’ un gioco semplice, direte. E lo è. Però è tale la facilità nel creare il sovrannumero col talento che poi mantenere e concretizzare con tiri ad alta percentuale quei famosi vantaggi diventa una formalità. E così nella semplicità è tornato il miglior basket offensivo d’Europa. Così i turchi hanno dominato anche Efes-Zalgiris.

Flusso e transizione: o così o niente per lo Zalgiris

Chi scrive, ribadisce sempre un concetto fondamentale riguardo lo Zalgiris di questa stagione. Il team lituano, per essere efficace in attacco, ha bisogno di riuscire a correre in transizione, entrare subito nei giochi e seguire il flusso della propria struttura stile motion offense. Esattamente come accaduto settimana scorso contro Milano, anche in Efes-Zalgiris i ragazzi di Coach Martin Schiller non sono riusciti a fare niente di tutto ciò.

Il risultato è che si scade in un gioco che fatica a costruire chiari vantaggi, soprattutto sul perimetro quando non sono in serata Thomas Walkup e Marius Grigonis. Qualcosa a inizio partita si è visto grazie al tiro dalla media distanza di Joffrey Lauvergne, che è però poi rimasto fuori per problemi fisici. Per il resto la luce del gioco a metà campo non si è mai accesa. Nulla toglie, comunque, al buon lavoro fatto da Schiller con una quantità di talento tutto sommato limitata.

Efes-Zalgiris: in Turchia non è (più) solo attacco

Tra gli elementi che nel gioco dell’Efes convincevano meno nella prima parte di questa Eurolega c’era sicuramente la difesa. La retroguardia di Ataman era oggettivamente molto facile da perforare nell’uno contro uno, e aveva peraltro perso il contributo di un grande difensore come Bryant Dunston. Ora il panorama è completamente cambiato anche da questo punto di vista. E ciò spiega i tanti massacri distribuiti prima di quello di Efes-Zalgiris.

La difesa dell’Efes attuale non è più fatta di mera attesa per contenere l’attacco avversario. E’ una difesa che punta finalmente a togliere l’iniziativa all’avversario con l’aggressione, anche sul pick and roll, perseguendo spesso scelte come lo show difensivo. Poi l’aggressività paga anche grazie al lavoro di chi è lontano dalla palla, sempre bravo a posizionarsi correttamente per ostruire gli spazi, ma anche per oscurare le linee di passaggio per gli scarichi.

Augustine Rubit e quale esercito? La panchina lituana è un problema

Efes-Zalgiris ha portato ancora una volta a galla una seria criticità di questa versione della squadra più importante di Lituania: la panchina. Le cifre del match di Istanbul raccontano che, togliendo i 13 punti di un quasi sempre utile Augistine Rubit, i cambi di Coach Schiller hanno messo a referto la miseria di 5 punti totali, 3 a firma Paulius Jankunas e gli altri due targati Martinas Geben.

D’altronde era cosa nota fin dall’inizio della stagione che lo Zalgiris avesse ancor meno talento a disposizione rispetto agli anni passati, ma ora emerge anche quanto i verdi da Kaunas siano effettivamente corti. Dalla panchina non esce gente con punti nelle mani, questo è certo. Bisognerebbe però indagare anche su chi è chiamato a guidarli, ovvero Lukas Lekavicius, un secondo playmaker che da anni sta a questi livelli, ma che a questi livelli non appartiene.

Efes-Zalgiris e l’ennesimo statement: con Barcellona e Olimpia c’è l’Efes per il titolo

Quando in una competizione come l’Eurolega riesci a mettere in serie diverse vittorie nettissime, non puoi che essere automaticamente tra le favorite. Nelle ultime cinque giornate l’Efes ha battuto l’Olympiacos per 76-53, il Fenerbahce per 106-74, il Valencia per 99-83, il CSKA 100-70 e, infine, lo Zalgiris 89-62. Non esattamente una serie che si vede tutti i giorni.

Efes-Zalgiris costituisce l’ennesimo statement game delle ultime settimane per Micic e compagni. Il chiaro messaggio al resto d’Europa è che la truppa turca è tornata nella sua miglior versione. E ora, senza dimenticare un lanciatissimo Fenerbahce, con Barcellona e Olimpia Milano c’è l’Efes a correre per il titolo.

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