La lavagnetta delle F8: la difesa a zona della Reyer Venezia

Ciro Abete
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Con l’Eurolega in pausa per lo svolgimento delle varie coppe nazionali, anche la lavagnetta di Eurodevotion a queste, appunto, si dedica. Una serie di interventi tecnici specifici per analizzare una situazione particolare che sia punto di forza delle diverse protagoniste delle Final Eight di Coppa Italia che cominceranno giovedì al Forum di Assago. Questa volta analizziamo la difesa a zona della Reyer Venezia.
Tutti i diritti delle immagini di questo articolo sono di Eurosport

Walter de Raffaele è pronto a scrivere una nuova pagina della sua epopea con la Reyer Venezia: infatti, nonostante un focolaio covid, ha chiuso il girone d’andata in quinta posizione, qualificandosi alla Final Eight a cui arriva dopo 8 vittorie in 9 partite.

Uno dei leitmotiv di tutto il sistema di WdR in questi anni è il massiccio utilizzo della difesa a zona, generalmente 3-2 (di partenza), ma talvolta anche 2-3.

Quando e perché la zona


La finalità della zona è quella di “cambiare il ritmo” alla partita, costringendo l’avversario a pensare, “rilanciando la squadra” nel caso in cui abbia perso inerzia o obbligando l’attacco avversario ad adottare una strategia ad esso poco congeniale. Quella della Reyer è una zona moderna, in quanto aggressiva e lontana dalla concezione di quella bulgara di anni or sono.

Questa difesa viene usata da Venezia in maniera statica o comunque in maniera definita, direttamente chiamata dall’allenatore. Consueto è il suo utilizzo sulle rimesse, per disinnescare eventuali situazioni tattiche mirate dell’attacco, togliendo i riferimenti degli avversari. Inoltre è molto frequente il cambio di difesa “a sorpresa”, in uscita da un time-out, dopo aver difeso per sei o sette azioni a uomo consecutive.

In questo caso, la zona sulla rimessa laterale impedisce una situazione mirata. La difesa in questo caso lavora anche bene sul lungo, ma De Nicolao si fa battere dal palleggio e Mazzola attratto dal suo uomo aiuta in ritardo, concedendo due punti facili.

Pro e contro

Il grande pro di questa difesa è la sua fluidità: durante un’unica azione varia continuamente lo schieramento: questo toglie sicuramente certezze agli avversari, e costringe i difensori a comunicare moltissimo tra loro.

Cosa succede quando manca la comunicazione: Tonut e Daye vanno entrambi sullo stesso uomo e lasciano libero Cain sotto canestro.


Lo svantaggio della 3-2 storica di WdR è la scarsa protezione degli angoli, per questo motivo Venezia cerca spesso lunghi dinamici, e del post alto, grande debolezza di quasi tutte le zone.

Competenze della 3-2

Playmaker (X1)

Andando nel dettaglio dello schieramento 3-2, il centrale ha l’importantissimo ruolo di “playmaker difensivo”, ruolo di Stone o di De Nicolao: in particolare, dopo un canestro realizzato, ha “la licenza” di pressare la palla a tutto campo per ritardare l’entrata nei giochi se sa che dietro gli altri 4 sono sistemati. Questo genera nel palleggiatore fretta nel superare la metà campo e incertezza, visto che può non riconoscere la difesa. Se chiama l’attacco contro la uomo i compagni devono cambiare schieramento, se chiama l’attacco contro la zona la difesa ha comunque mangiato secondi.

Il playmaker ha responsabilità anche in post alto: infatti quando la palla va in ala deve scendere e andare a mettersi mentre la palla vola davanti al post in una posizione che gli consenta di “sentire l’attaccante”, senza subire un blocco di contenimento.

Il lavoro di De Nicolao che ha competenza di negare il passaggio in post alto. Fondamentale è che lui stia sempre davanti al post, in modo da non prendere possibili blocchi di contenimento.

Se l’attacco si dispone con uno schieramento di due guardie, due ali e un post alto x1 deve fare un lavoro a Q, tra guardie e post alto.

Esterni prima linea (X2 e X3)

Contro questo schieramento d’attacco, diventa peculiare il lavoro dei due esterni di prima linea: infatti questi due sono legati da un filo in diagonale (concetto mutuato dalla point zone) dove uno, che chiamiamo per comodità x2, ha responsabilità della guardia con la palla mentre l’altro (x3) scende e “prende” l’ala di lato debole. Sul passaggio guardia-guardia x2 scende sull’ala e x3 va a prendere la palla, mentre il play difensivo scivola davanti al post alto. Mentre se la palla va nell’angolo la difesa cambia fronte e diventa 2-3.

Seconda linea (X4 e X5)

Il lavoro dei due lunghi, che partono sulla tacca grande dentro l’area, è anch’esso collegato da un filo infatti ad ogni passo di uno corrisponde un passo dell’altro. Se esce uno dei due in angolo, l’altro quindi dovrà andare in posizione centrale. Fondamentali sono due cose nel lavoro dei lunghi: il non rimanere sotto ad eventuali blocchi di contenimento e il muoversi nel timing giusto, cioè mentre la palla è in volo (vale per tutti e 5).

In questo caso Fotu invece di “passare” l’uomo a Watt, segue il taglio del play in angolo e lo manda verso il centro.

Prendiamo ad esempio una situazione di attacco con uno schieramento con un play, due esterni in ala, 4 in angolo e 5 in post basso sul lato di 4: se il lungo dovesse uscire troppo presto sull’angolo, lascerebbe 5 libero da solo.
Questa è una situazione solita che deve fronteggiare la difesa di Venezia e se l’attaccante in ala taglia, il difensore di prima linea accompagna il taglio all’altro lungo e poi raddoppia forte 4.

Situazioni di Pick and Roll

Su situazioni di doppio pick alto, la zona di Venezia fa un cambio aggressivo tra esterni: spesso gli attacchi fanno salire l’esterno in ala in modo tale che questi riceva e possa giocare 1c1 contro un lungo. Qui la Reyer applica gli stessi concetti della uomo: il lungo rimane fin quando l’esterno più vicino non possa “prendere” il piccolo ripristinando un “accoppiamento” favorevole. Questa regola vale anche per tutti i mismatch che si generano in post basso.

Invece sui PnR laterali (sul prolungamento del tiro libero) la Reyer fa ice, forzando sul lato il palleggiatore che lo accompagna verso l’aiuto del lungo.

Il passaggio a uomo

Lo step finale della difesa a zona di Venezia è il passaggio a uomo che di regola si verifica negli ultimi 7-8″, ma talvolta i giocatori hanno “licenza di chiamare” la uomo prima o dopo, a seconda della chiamata degli avversari, ma anche della assenza di mismatch. L’accoppiamento è con l’attaccante più vicino, ma poi i principi sono gli stessi che guidano la zona (cambi per ripristinare accoppiamenti favorevoli).

La palla in post alto è una delle situazioni codificate di passaggio da zona a uomo. Infatti uno dei punti deboli della zona è il post alto, da cui l’attacco può trarre grande vantaggio, avendo il controllo degli angoli e della parte sotto canestro.

La zone press

De Raffaele propone anche una 3-1-1 a tutto campo, spesso dopo i tiri liberi:una zone press atta a “mangiare secondi all’attacco”, sia senza raddoppi, che con il primo blitz nell’angolo basso portato dal play e dalla guardia. In entrambi i casi questa zona rimane “contenitiva”, visto che a questo blitz non ne seguono altri e se il raddoppio viene superato dall’attacco, la difesa corre subito dietro a rintanarsi nell’area.

zona press per rubare secondi
Dopo un tiro libero segnato da Tonut, la Reyer pressa con la sua 3-1-1. Scatta subito il primo raddoppio per far mangiare secondi. Appena l’attacco esce dal primo blitz, la prima idea è andare a chiudersi nell’area. In questo caso però Delfino legge una possibile situazione di vantaggio (3c3) e attacca, anticipando il rientro della difesa, ma Zanotti non ha la capacità di chiudere al ferro.
La pressione difensiva mangia 10″ all’attacco che entra nei giochi con soli 14″ contro la zona. Qui si vedono dei concetti simili a quelli della point zone con continue rotazioni che tolgono qualsiasi possibilità di vantaggio all’attacco che si accontenta di un tiro fuori ritmo

Conclusioni

In conclusione se vogliamo paragonare a dei grandi quadri le stagioni di De Raffaele a Venezia, possiamo dire che uno dei pennelli con cui li ha dipinti sia stata la zona: infatti questa difesa fluida e multiforme, si presenta come un cubo di rubik, quando la si deve attaccare, vista l’enorme quantità di letture da fronteggiare, a partire dalla “lunghezza della difesa”, fino al momento in cui diventa una uomo e sarà sicuramente una delle frecce in faretra della Reyer anche in questa F8.




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