L’Alba crolla al primo affondo, tutto facile per l’Olimpia

L’Olimpia Milano ritrova la difesa asfissiante di inizio stagione e travolge l’Alba Berlino 75-55. Partita decisa già nel primo tempo.

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Per l’Alba, la partita contro l’Olimpia ha un retrogusto dolce in genere. La prima occasione di confronto tra le due squadre, infatti, ha consegnato il primo trofeo continentale nella giovane storia del club della capitale tedesca. La Coppa Korac del 1995, con la vittoria decisiva tra le mura amiche e un Teoman Alibegovic da 34 punti e 11 rimbalzi mattatore del match.

Per l’Olimpia, invece, una ghiotta occasione per dare continuità alle vittorie su Zalgiris e Maccabi, oltre che una connotazione piuttosto interessante alla propria classifica.

Così è stato, con l’Olimpia ad archiviare la pratica ancora prima dell’intervallo. 75-55 il finale.

L’analisi del convincente successo biancorosso nei nostri 5 punti:

Movimento di palla e il termometro LeDay

Il primo quarto propone le due facce dell’Olimpia Milano. I primi minuti, infatti, vedono i biancorossi muovere poco il pallone e, quindi, la difesa dell’Alba. I ragazzi di Ettore Messina faticano a trovare il giusto ritmo e sono costretti ad affidarsi alle iniziative individuali di Malcolm Delaney e Kevin Punter.

I due esterni americani si confermano le soluzioni principali alle secche offensive dei padroni di casa e tengono le redini dell’attacco meneghino. Non è sufficiente a evitare che i tedeschi prendano brevemente il comando delle operazioni. A tre minuti e mezzo dal termine della prima frazione, infatti, l’Olimpia è sotto 11-13.

Serve un cambio di passo e il beneficio di avere una panchina di qualità sta proprio nel poter contare su chi entra per avere impatto immediato e una svolta. Entrano Kyle Hines, Michael Roll e Zach LeDay, quest’ultimo non presente nello starting five di Ettore Messina per la prima volta in stagione (unico giocatore di Milano sempre “titolare”, prima di questa sera)

E’ un’altra Milano. Piedi che si muovono a un’altra velocità nel contenimento individuale. I cambi diventano tremendamente efficaci. In definitiva, c’è un’aggressività completamente diversa. 5 punti consecutivi dell’ex Zalgiris portano il primo break ed è 19-13 Olimpia alla prima sirena.

16-0

Il dominio biancorosso non conosce sosta anche a inizio secondo quarto. Gli ingredienti sono gli stessi. L’Alba non segna per più di 7 minuti e il parzialone Olimpia è di 16-0 sul 27-13.

Come spesso accade, è Luke Sikma a provare a trascinare i suoi fuori dalla palude. Un long-two e un passaggio delizioso schiacciato a terra per Peyton Siva segnano il 4-0 che tappa la falla, ma è un fuoco di paglia e il suo canto del cigno nella notte del Forum.

Le difficoltà degli uomini di Aito Garcia Reneses traspaiono da un dato. I berlinesi, finora, sono una delle squadre con meno tentativi dall’arco (poco più di 13 a partita). Con l’Olimpia che blinda il pitturato, insieme allo scarso peso specifico degli ospiti sotto canestro, è 2/14 da tre dopo 20 minuti. Unito al 7/18 da due, un autentico disastro.

Nel mentre, Milano è cinica nel sfruttare il bonus raggiunto precocemente dagli ospiti per guadagnare viaggi in lunetta e mettere punti gratuiti a tabellone. 11/15 a cronometro fermo alla fine del primo tempo, che vede anche il ritorno in campo di Gigi Datome, bagnato da una tripla dall’angolo alla prima iniziativa.

42-22 dopo 20 minuti e la partita, sostanzialmente, è già chiusa qui.

Chi ben comincia (il mese di Dicembre)..

Il secondo tempo è una lunga passerella senza grandi significati. L’Alba prova a sparigliare un po’ le carte con l’arma difensiva ricorrente in questo inizio di stagione. Ovvero il raddoppio sulla palla, ma non funziona nemmeno questo.

Dicembre consegnerà 12 partite all’Olimpia. Esordire con una vittoria ottenuta con poco sforzo, distribuendo ottimamente i minutaggi all’interno del roster, è certamente un vantaggio da non trascurare in vista dei prossimi eventi. A partire dalla replica casalinga contro il Panathinaikos di giovedì sera.

Messina fa toccare il parquet a tutti i 12 giocatori in distinta, compresi tra i 5’38” di Riccardo Moraschini e i 22’12” di Malcolm Delaney. Un’Olimpia a risparmio energetico che si diverte, a tratti. 18 gli assist collezionati da Sergio Rodriguez e soci, con il playmaker spagnolo a guidare il pullman biancorosso con 5 passaggi decisivi.

A fare da contraltare, un ultimo quarto senza concentrazione. E quando Milano allenta la tensione, non è esattamente un bel vedere. 11 punti segnati e un saldo conclusivo di 12 palle perse lo testimoniano.

Maodo Lo unico faro nella notte

In una serata che segna un netto passo indietro rispetto al 100-80 sul Khimki della scorsa settimana, l’unica risorsa in grado di dare qualcosa ai gialloneri è Maodo Lo. Il frutto di un autentico blitz di mercato ai danni dei rivali locali del Bayern Monaco è l’unico in grado di crearsi dei tiri di qualità dal palleggio.

Il suo tabellino recita 11 punti (5/9 al tiro), 1 rimbalzo e 1 recupero. Ovviamente, troppo poco per imbastire una partita competitiva. 40 minuti nei quali la difesa milanese tiene Luke Sikma a due sole conclusioni tentate in 25 minuti. Peyton Siva trova il fondo della retina praticamente solo dalla lunetta. Jayson Granger è un fantasma. Louis Olinde dimostra di essere prospetto ancora molto acerbo e Ben Lammers non è mai un fattore.

Una partita che conferma le tendenze

Due dati statistici flash che confermano le attitudini, come le difficoltà, di due squadre agli antipodi, per certi versi.

L’Olimpia è imbattibile e imbattuta, finora, quando riesce a tenere gli avversari sotto gli 80 punti: 4-0 il record.

Vicerversa, l’Alba Berlino è riuscito a realizzare almeno 75 punti solamente in tre occasioni, con altrettante vittorie. Sotto questa soglia, la squadra di Aito non ha conosciuto il sapore del successo: record 0-7

A Valencia, i tedeschi dovranno riavvolgere il nastro e, magari, smentire questo dato schiacciante.

Foto: Raisport

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