Calendari impossibili? L’esempio dell’Alba Berlino

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Si discute molto in questi giorni della difficoltà, che può diventare a breve impossibilità, di riposizionare gare rinviate a causa dei contagi da COVID-19.

E’ ovvio che con l’aumento delle partite da inserire in calendario, sia a livello di Eurolega che di campionati nazionali, la situazione delle squadre impegnate nella massima competizione continentale è sempre più ingestibile.

Ne è chiaro esempio quanto accadrà nelle prossime settimane all’Alba Berlino.

9 gare in programma tra l’1 ed il 19 dicembre, con ben 6 casi in cui vi sarà un solo giorno di riposo tra un impegno e l’altro. 12 in totale a dicembre in 29 giorni. Non certo più piacevole la situazione di gennaio, in cui i berlinesi scenderanno in campo 7 volte tra il 3 ed il 16 del mese. Anche in questo periodo in ben 5 casi vi sarà un solo giorno di stop tra una partita e l’altra. Stiamo parlando di 19 gare in 47 giorni, da inizio dicembre al 16 gennaio.

Il dettaglio in un Tweet della stampa tedesca.

Tutto ciò è sostenibile? Cosa succederebbe se dovesse verificarsi il caso non certo impronosticabile di ulteriori rinvii? Che qualità di pallacanestro si può offrire in queste condizioni? Quale impatto vi sarà in termini di infortuni?

Sono tutte domande assolutamente legittime che riguardano un problema che si rende sempre più ingestibile ogni giorno che passa. Noi comprendiamo benissimo la grande difficoltà che la pandemia sta creando a livello gestionale per qualsiasi manifestazione sportiva (come nella vita di tutti i giorni…) tuttavia oggi un passo indietro a livello di calendari sarebbe probabilmente un grandissimo passo avanti in direzione futura.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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