Da una buona Olimpia all’eterno duello tra Fenerbahce e CSKA: cosa ci ha detto il torneo di Zara. Intanto il Real…

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Quattro giorni di buon basket, con le dovute cautele basate sul momento della stagione: il torneo di Zara incorona il Fenerbahce, dopo una bella finale, a tratti  molto intensa, con il CSKA.

Una buona Olimpia Milano, un Maccabi che deve lavorare molto, un Bayern che oggi ci appare un passettino indietro rispetto alla lotta Playoff. Dei cinesi abbiamo già parlato abbastanza, riconfermando il semplice “perché” relativo alla loro partecipazione.

Le gare di venerdì, sabato e domenica hanno fornito tanti spunti interessanti, senza ovviamente che alcun giudizio possa ritenersi definitivo. Proviamo a separare i 10 punti che ci sono appesi più significativi.

1 – L’Olimpia Milano vale il doppio della squadra 17/18 e tre volte quella della stagione 16/17, e non solo per gli stipendi. James e Nedovic sono coppia di assoluto livello, assolutamente tra le 5-6 migliori di tutta l’Eurolega. Personalità, talento, “garra”: mai Milano ha avuto nulla di paragonabile a questi due negli ultimi anni. Da non sottovalutare il fatto che si completino non poco.

2 – Kostas Sloukas e Nick Melli sono forse i migliori giocatori d’Europa per quanto riescano a valutare la miglior opzione sui due lati dell’attacco. Hanno due occhi come gli altri, ma una mente cestistica che li fa sembrare quattro.

3 – «Il basket è tagliafuori» (l’urlo di Obradovic). «Riguarda noi, il nostro cuore  e la nostra testa» (Itoudis che fissa ognuno dei suoi). «Stiamo giocando “fucking soft”: se c’è qualcuno stanco dopo dieci giorni di preparazione, può giocare qualcun altro» (Pianigiani ai suoi durante il parziale Bayern). L’inizio della stagione è molto più vicino di quel che sembra ed i messaggi dalle panchine sono chiari.

4 – Spahjia sta provando a continuare sulla strada dell’alto numero di possessi tracciata lo scorso anno. Percorso lungo ed assai complicato, ma il coach sa cosa fare e lo ha sempre fatto bene in carriera. Ottenere risultati giocando in stile NBA in EL sarebbe un capolavoro.

5 – Tarik Biberovic (Fenerbahce ) e Deni Avdija (Maccabi) piacciono non poco. Memorabile momento, nella gara di venerdì, in cui il bosniaco infila due triple di fila e poi sbaglia un movimento offensivo occupando uno spazio indebitamente. Timeout Maccabi ed Obradovic che lo accoglie con un certo “calore”: benvenuto alla corte del re Zeljko. Non sai quanto bene ti farà.

6 – Bayern che al momento pare essere la migliore di quelle senza chances di Playoffs. L’unica speranza attuale per i tedeschi è legata a riuscire a difendere alla morte per tutti i 40 minuti, in pieno stile Radonjic. L’asse Jovic-Booker deve fare miracoli per innescare gli altri, tra i quali spicca un Dangubic che potrebbe essere all’anno decisivo. Le voci su Derrick Williams, improvvisamente arrestatesi, sarebbe meglio diventassero realtà.

7 – Joffrey Lauvergne esce da un brutto primo tempo, in finale, e gioca una seconda frazione di alto livello. Tyler Ennis un po’ compresso tra il ruolo di play e quello di guardia. Ettore Messina ci aveva avvisato: il primo si adatterà molto più velocemente del secondo, che dovrà capire bene dove si trova. Come al solito, il periodo di adattamento al sistema del miglior coach del continente si preannuncia non brevissimo. Chiaro che i turchi abbiano bisogno da subito del miglior Ennis: il rischio è un sovrautilizzo di Sloukas, oggi tamponabile con diversi minuti di Mahmutoglu e Dixon.

8 – Nemanja Nedovic dà a Milano una cosa che non esisteva minimamente lo scorso anno: la visione ed il coinvolgimento costante del lato debole. Brooks, Bertans, Micov e Kuzminskas ne beneficeranno a volontà.

9 – La finale è stata gara quasi vera, perché tra Fenerbahce e CSKA non si potrà mai giocare un’amichevole. Asticella già alta, sebbene alcune tensioni siano il risultato di una condizione ancora precaria che causa l’utilizzo eccessivo delle mani. Le squadre si conoscono più che a memoria ed i messaggi reciprocamente inviati sono chiari: so dove sei più debole e vado a colpire proprio lì. E mancavano Gigione ed il “Chacho”: mica noccioline…

10 – Alec Peters è l’addizione, tra le squadre che ambiscono al titolo, più interessante per l’impatto che può avere sulla struttura del CSKA. Tiratore eccelso, va a rimbalzo con discreta cattiveria e può completare con Joel Bolomboy, al momento più acerbo, un settore dove Mosca soffriva. Mercato competente.

 

Se a Zara si trattava di preparazione, seppur nobile, a Santiago de Compostela si assegnava il primo trofeo della stagione spagnola. Ma guarda un po’… ha vinto il Real Madrid di Pablo Laso, con Sergio Llull MVP. Le buone abitudini, in casa dei “blancos”, non si perdono mai, come le partite… Niente male nemmeno Il Barça sconfitto dal Baskonia in semifinale e gli stessi baschi, che hanno ceduto solo ai campioni d’Europa nell’atto conclusivo. L’Eurolega, come sempre, promette scintille.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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