La difesa, lo spirito operaio e il ritorno di Datome. I 5 punti di Italia-Israele

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L’Italia debutta bene contro Israele con una prova solida e di carattere, il tutto in un contesto non semplice davanti ai numerosi tifosi israeliani indemoniati a Tel Aviv.
Come ha vinto l’Italia? Cosa è cambiato dalle amichevoli? Quali sono le prospettive? Ritornano i nostri consueti 5 punti per analizzare la sfida di ieri sera.

Difesa, parte tutto da qui. Inutile girarci intorno, nel precampionato l’Italia aveva molto deluso dal punto di vista difensivo, perdendo spesso i confronti 1 vs 1 ma anche di squadra. Eppure nella condizione più difficile (debutto contro i padroni di casa) ecco che sale di tono l’aggressività, con Hackett in primis ma va sottolineato l’impegno di Belinelli che in più di una occasione chiude difensivamente. Se il tuo primo terminale offensivo difende come se fosse l’ultimo degli operai allora significa che la mentalità è quella giusta.

Italia operaia, come detto precedentemente si è vista questa identità. La voglia di lottare di sbucciarsi le ginocchia e di dare tutto nonostante i limiti. La si è vista nell’impatto di Biligha (0 punti ma quanta garra e grinta a rimbalzo, prestazione importante) ma anche in  Ariel Filloy, al debutto in una competizione internazionale. Zero timidezza, tanta convinzione e alla fine è proprio l’Italo-argentino a chiuderla, simbolo forse di questa mentalità. Se l’Italia vuole fare strada questo è l’unico modo per riuscirci.

Bentornato Gigione! Dopo una preparazione molto sottotono, soprattutto al tiro, Datome torna a fare il Datome andando a segno con 16 punti conditi da 8 rimbalzi e una solida prova difensiva. L’Italia ha bisogno del suo capitano.

-Ultimi due punti all’insegna degli interrogativi. Israele non vantava una particolare fisicità e apprezza giocare “piccolo” esattamente come l’Italia che così facendo maschera le proprie lacune sotto canestro. Al netto del fatto che Melli ha giocato una partita splendida, la vera prova del nove arriverà quando gli avversari potranno sfruttare questa lacuna. Li avremo vere risposte sulla nostra nazionale.

Troppe palle perse, quasi passate inosservate a causa delle pessime percentuali avversarie. 15 sono troppe e nelle partite decisive si pagano, ma si possono limare. Molte sono state frutto di disattenzione o leggerezza (ad esempio tre perse identiche in un normale passaggio in post per Melli, lento e mal eseguito con conseguente contropiede regalato). Il salto di qualità la nazionale deve farlo limando queste disattenzioni. E ovviamente anche mantenendo i piedi saldi per terra in vista della sfida contro l’Ucraina

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Antonio Mariani

Laureando in Lettere presso La Sapienza di Roma e appassionato di Sport Business, viaggio ossessivamente per studiare le culture sportive nel mondo. Amante della narrazione, la studio, la ammiro e la pratico in ogni sua forma.
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